sabato 6 gennaio 2018

Coco

La forza del ricordo



Miguel è un ragazzino messicano che sogna di fare il musicista. Deve scontrarsi però con la storia famigliare: molti anni prima, il suo trisnonno chitarrista aveva abbandonato la moglie Imelda e la bisnonna di Miguel, Coco, ancora bambina. Da allora la sua immagine è stata eliminata dalle foto di famiglia, e la musica è stata bandita. La nonna si fa carico di fermare sul nascere qualunque ambizione del nipote. Nel giorno dei morti, però, Miguel si ribella, e decide di partecipare a un'esibizione musicale in piazza. Per farlo, ruba una chitarra dalla tomba del suo idolo, Ernesto de la Cruz. Per questo gesto finisce nel mondo dei morti, dove scoprirà di avere un solo modo per tornare a casa...

Il tema della memoria e del ricordo è da sempre centrale nella poetica della Pixar: fin dal primo Toy Story, ma ancor di più nel secondo capitolo, il ricordo diviene un elemento fondamentale della vita dei personaggi, ciò che conferisce loro senso: i giocattoli divengono inutili se nessuno gioca con loro e li dimentica; il passato non deve essere una trappola, ma una spinta verso nuove avventure (Up); la memoria e i nostri ricordi, anche quelli tristi, sono ciò che definisce la nostra identità (Inside Out): senza memoria non possiamo sapere chi siamo (Alla ricerca di Dory).

Coco riprende questo tema e lo porta alle sue estreme conseguenze, esplorandolo in tutte le sue possibili declinazioni: il ricordo come rancore, che blocca le aspirazioni di una famiglia anche a distanza di generazioni; il ricordo come rimpianto e nostalgia, come quella di Coco per il suo papà; il ricordo, infine come fonte di vita. Secondo la tradizione messicana, è la memoria a preservare le anime coloro che non ci sono più. Chi non viene ricordato non può tornare nel mondo dei vivi per il Día de Muertos e, lentamente, svanisce, finendo nel nulla. La memoria di ciò che è stato, di chi è stato, è un valore di cui spesso ci si dimentica nella società odierna, in cui già l'invecchiamento viene guardato con sospetto e la morte è qualcosa che si preferisce dimenticare. Lee Unkrich, storico montatore di tutti i film Pixar, qui alla sua prima regia da "titolare", porta invece la morte al centro del film, sottolineando come la visione negativa e triste del ricordo di chi non c'è più sia profondamente sbagliata: è solo il ricordo di ciò che è stato e chi ci ha preceduto a renderci ciò che siamo, e soprattutto a renderci parte di una comunità.

La pietas e il ricordo delle persone amate divengono quindi il punto centrale del film, ripreso anche dal titolo della canzone che ne accompagna i momenti più importanti a livello narrativo e, soprattutto, emotivo. Ricordami non è un tema musicale qualunque, ma la colonna portante del film. Unkrich lo utilizza con grande intelligenza, rendendolo quasi un personaggio aggiuntivo, la cui presenza sottolinea i passaggi chiave del film, modellandone il significato. La musica, in generale, è al centro di tutto il film, che ne usa la forza evocativa per sottolineare il suo messaggio di speranza e positività riguardo all'aldilà, in piena coerenza con la tradizione messicana in materia.

La maturità del tema trattato da Coco si riflette anche nella sua struttura narrativa, anomala per un film Pixar. In primo luogo, si ride molto poco, con poche (ben riuscite) gag visive ad accompagnare il viaggio di Miguel nel mondo dei morti, ma senza le citazioni e le battute "adulte" cui ci aveva abituato la casa della lampadina. Inoltre, il film ha un ritmo regolare, senza le accelerate nella seconda parte tipiche dei film Pixar, caratterizzate da un alto tasso di azione. Coco ha ritmo e ha molte scene che tengono con il fiato sospeso, ma si prende i suoi tempi, esplorando il suo mondo e i suoi personaggi con molta attenzione e affetto, delineandone con attenzione le caratteristiche. Nonostante qualche passaggio un po' didascalico, l'operazione riesce e arriva al cuore, facendosi strada con dolcezza, lentamente, attraverso la costruzione sapiente di un viaggio emotivo che colma lo spettatore di meraviglia per la bellezza e la delicatezza di temi, personaggi, e ambientazione. Il mondo dei morti è realizzato con incredibile poesia e immaginazione: il ponte di foglie e gli spiriti guida sono una gioia per gli occhi, e la loro spiegazione "narrativa" convince e appassiona. Questo viaggio culmina in un finale a dir poco toccante, uno dei più commoventi mai creati dalla Pixar.

Con questo film la Pixar conferma ancora una volta di possedere una sensibilità ancora insuperata nel panorama dell'animazione di statunitense, soprattutto quando decide di concentrarsi su storie e, soprattutto, mondi originali anziché riesplorare strade già battute. Coco è un film anomalo, con uno sguardo più fanciullesco di altri film Pixar ma temi più adulti, trattati in modo estremamente maturo, delicato, ed emotivamente toccante. Una piccola perla, con un messaggio importante e commovente sul ruolo che la morte e la memoria di chi non c'è più giocano nel definire la nostra identità. Non perdetelo.

**** 1/2

Pier

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