mercoledì 24 maggio 2017

La tenerezza

I sentimenti della vecchiaia




Lorenzo è un avvocato in pensione che ha sempre vissuto a Napoli, in una bella casa del centro. Finito in ospedale per un infarto, quando torna che ha dei nuovi vicini, Michela e Fabio, con due figli piccoli. Lorenzo, anaffettivo e distante con i suoi figli, si affeziona invece ai nuovi arrivati, che diventano parte integrante della sua vita. Dietro l'angolo, tuttavia, si annida una sorpresa che cambierà ancora una volta la vita di Lorenzo.

Parlare di affetti al cinema, soprattutto quando si parla di anziani e genitorialità, è complicato: si rischia da un lato di scivolare nel retorico e nel pietismo, e dall'altro di banalizzare e semplificare tutto, con toni e finale da "volemose bene". Pochi sono i film che sono riusciti a trovare il sottile equilibrio tra questi due estremi, soprattutto nel cinema italiano (Il giovedì di Dino Risi e Romance di Massimo Mazzucco sono tra i preferiti di chi scrive - ne abbiamo parlato qui; in tempi più recenti ci è riuscito Nanni Moretti con Mia madre ). Amelio riesce a trovarlo, e si muove con delicatezza sul filo che separa tragedia e commedia, creando un vero film drammatico, in cui si racconta un dramma nel suo senso etimologico più vero, una vicenda che rappresenta la vita in tutte le sue sfaccettature.

Amelio riesce a coniugare la complessità emotiva e l'imprevedibilità narrativa di un film francese con degli squarci di commedia tipici della tradizione italiana, realizzando un film che commuove senza annoiare, intrattiene pur senza avere una vera e propria struttura narrativa. Gli eventi si susseguono a un ritmo naturale, come accade nella vita, ed è dalla reazione dei protagonisti agli eventi che la storia si sviluppa e si evolve. I sentimenti sono il vero motore del film, il tema che Amelio esplora attraverso diversi quadri che ci offrono uno sguardo sulla vita di Lorenzo, permettendoci di andare oltre la facciata delle sue parole e della sua dichiarata anaffetività. Non c'è un vero arco narrativo, ma non ci si annoia mai e, anzi, ci si commuove di fronte a un protagonista solo all'apparenza burbero e distante, ma capace di slanci di affetto semplici, disordinati e ostinati, che rivelano che all'incapacità di esprimere i propri sentimenti si accompagna un desiderio lancinante di farlo. Così gesti semplici come prendere la mano o aprire una porta diventano carichi di mille significati, delle aperture al mondo e alla vita che possono segnare un nuovo inizio.

Il cast supporta alla perfezione la sceneggiatura atipica di Amelio, capitanato da un Renato Carpentieri (scandalosamente relegato sullo sfondo in tutto il materiale promozionale per bieche ragioni di marketing) eccezionale nella sua umanità e nella sua cocciuta chiusura verso il mondo, anche quando il mondo vorrebbe accoglierlo. Accanto a lui una Giovanna Mezzogiorno convincente nella sua infinita dolcezza, e soprattutto una Micaela Ramazzotti e un Elio Germano veri, autentici, cui ci si affeziona nel giro di pochi minuti, una coppia reale, con i suoi sogni e i suoi problemi irrisolti.

La tenerezza è un piccolo gioiello, uno di quei film che sono sempre più rari nel panorama italiano, soffocati da commedie imbarazzanti e drammoni da orchite istantanea, in cui il dramma viene confuso con la tragedia e il numero di disgrazie con l'autorialità, perdendo di vista il centro di ogni film: i personaggi. Amelio ama i suoi personaggi, li segue con dolcezza nel loro percorso, accompagnandoci all'interno della loro vita e facendoci scoprire il loro mondo nascosto, la loro storia, e il loro potenziale futuro. Da non perdere.

**** 1/2

Pier

Nessun commento:

Posta un commento