sabato 13 dicembre 2014

Magic in the Moonlight

Divertimento in tono minore



Europa,1928. Stanley Crawford è un celebre prestigiatore che, sotto lo pseudonimo e le vesti del cinese Wei Ling Soo, incanta le platee di tutto il Vecchio Continente. Crawford è un gentiluomo inglese snob e dalla battuta tagliente, così conscio della propria intelligenza da risultare spesso arrogante e saccente. Quando un amico gli propone di aiutarlo a smascherare una presunta medium che ha circuito il giovane rampollo di una ricca famiglia americana, Crawford accetta senza indugio, desideroso di mostrare la propria superiorità. Si reca quindi in Costa Azzurra, dove si spaccia per un uomo d'affari. L'incontro con la medium, la giovane Sophie Baker, ha però un effetto inaspettato su Crawford: per la prima volta in vita sua, capisce cosa sia l'amore.

Dopo i toni cupi Blue Jasmine, Woody torna alla commedia sofisticata e leggera che tanto spesso ha esplorato negli ultimi dieci anni. Lo fa con un film all'apparenza leggero e scanzonato, che racconta la storia di un burbero misantropo che viene cambiato dall'amore. Sotto la superficie, tuttavia, si intravedono tematiche più profonde: Allen ritrae lo splendore dei roaring twenties, tra feste, abiti da cocktail, jazz e charleston, ma ambienta il film un anno prima del crack in borsa che distruggerà quel sogno; mostra l'incanto e lo sfarzo dell'Europa, ma fa anche intravedere le prime crepe che portarono al nazismo e al secondo conflitto mondiale; celebra l'amore, ma fa anche intendere che l'amore, come tutti i sentimenti, non è altro che un illusione che aiuta l'uomo ad andare avanti in questa valle di lacrime.

Il pessimismo cosmico e il cinismo alleniano si incarnano alla perfezione nella figura di Stanely Crawford, un personaggio che sembra scritto su misura per Colin Firth, che lo interpreta con quell'altezzosità e quel distaccato disprezzo per il resto dell'umanità di cui solo lui sa essere capace. Accanto a lui brilla Emma Stone, deliziosa nel ruolo della protagonista, cui dona un irresistibile mix di innocenza e malizia che rende il personaggio credibile e interessante.
Da notare, come sempre nei film di Allen, una colonna sonora d'epoca semplicemente perfetta, tra jazz, swing e ballate romantiche.

Magic in the Moonlight non passerà alla storia come il miglior film di Woody Allen, ma è una commedia gradevole e divertente, una farsa in tono minore che fa sorridere più che ridere, con una grazia e una leggerezza che, se non lo rendono memorabile né originale, di certo regalano un'ora e mezzo spensierata allo spettatore.

***

Pier

Nessun commento:

Posta un commento