sabato 6 settembre 2014

Telegrammi da Venezia 2014 - #6


Ultimo telegramma veneziano, questo pomeriggio il Totoleone!


Nymphomaniac Vol. 2 - Long version (Fuori Concorso), voto 5.5. Un notevole passo indietro rispetto al primo, dove il mix tra carnalità  e poesia creava un magnifico effetto straniante che conquistava e ammaliava. Qui la carne e la parola divengono predominanti, in un trionfo retorico che lascia poco spazio alla psicologia. Qui la recensione completa per Nonsolocinema.

The Sound and the Fury (Fuori Concorso), voto 7. Franco realizza un adattamento di Faulkner rispettoso, attento e intenso, in cui recitazione e parole del romanzo si fondono alla perfezione. Manca forse un po' di emozione, ma il rigore formale è encomiabile.

Burying the Ex (Fuori Concorso), voto 6/7. Joe Dante ritorna al genere horror comico con quella che definisce una "zomb-com", una romantic comedy con gli zombie. Il film diverte grazie alla sua capacità di non prendersi sul serio, tra citazioni horror, un po' di splatter e molte battute azzeccate. Da segnalare la presenza (che contribuisce al divertimento meta-filmico) di Alexandra Daddario e Ashley Greene, già vampira Alice Cullen nella saga Twilight.

No one's child (Settimana della Critica, Vincitore), voto 7.5. La storia di un bambino cresciuto dai lupi, che dopo essersi reintegrato nella società si ritrova in mezzo al conflitto jugoslavo. Il film è interessante e alterna abilmente divertimento ed emozione, con un finale che induce anche alla riflessione.

Arance e Martello (Settimana della Critica), voto 6.5. Diego Bianchi, detto Zoro, esordisce alla regia con un film divertente, che colpisce più per l'interessante lavoro di regia e fotografia che per l'originalità del messaggio politico di cui vorrebbe farsi portatore.

The Postman's White Nights (Concorso), voto 8.5. Koncaloskij racconta la storia vera di un postino in un paesino della Siberia, incapace di lasciare il suo lavoro e la sua vita, fatta di piccoli rituali quotidiani e incontri con gli altri abitanti dei villaggi in cui lavora. Un film toccante nella sua semplicità, in cui il conflitto tra ruralità e vita moderna rimane sullo sfondo (memorabile in questo senso la scena finale), ma segna profondamente le esistenze dei protagonisti.





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