mercoledì 21 maggio 2014

Godzilla

Lo sporco inganno del trailer e il mostro cuccioloso



Joe Brody è un ingegnere nucleare che lavora in una centrale in Giappone insieme alla moglie. Quando un impulso elettromagnetico di origine sconosciuta provoca una scossa sismica che distrugge la centrale e causa la morte della moglie, la missione di Brody diventa scoprire le vere ragioni del disastro. Quindici anni dopo la sua ricerca lo porterà a scoprire quello che le autorità hanno tenuto nascosto al mondo, una verità inquietante e terribile che affonda le sue radici nell’alba del mondo e della vita sulla Terra.

Dopo il disastroso film del 1998, Godzilla, il padre dei kaiju giapponesi assorti a nuova fama in Occidente grazie a Pacific Rim, sembrava pronto a un rilancio in grande stile. Tutto nel trailer lasciava pensare a un blockbuster di altissimo livello: un protagonista come Bryan Cranston, reduce dal successo di Breaking Bad; una trama finalmente sensata e coerente con la storia del mostro e le tematiche ad esso connesse; e, soprattutto, un mostro ed effetti speciali delle aspettative.
Se l’ultima aspettativa è stata soddisfatta, le prime due sono state ampiamente deluse: Godzilla è un film lento e noioso, in cui l’unico attore in grado di recitare viene messo da parte quasi subito per lasciare spazio a dei protagonisti inespressivi o per chiara incapacità, come nel caso della Olsen e di Taylor-Johnson o per scarsa convinzione, come nel caso di Watanabe e Strathairn, due grandi attori che sembrano domandarsi a ogni scena perché diamine si trovino in una tale baracconata, salvo poi guardare il portafoglio e ricordarsene.

La trama, oltre a essere insopportabilmente lenta, un peccato mortale per un film del genere, è anche ridicola e incoerente, con Godzilla ridotto al ruolo di comparsa e, soprattutto, elevato a difensore dell’umanità anziché esserne la nemesi. Un mostro che dovrebbe essere la rappresentazione fisica  dell’orrore del nucleare e dei disastri che questo può provocare diventa così un animale guardiano, pronto persino a sacrificare se stesso di salvare Tokyo prima e San Francisco poi dalla terribile furia distruttrice dei MUTO, mostri con velleità riproduttive che sembrano copiati pari pari da alcuni degli alieni di Pacific Rim. In alcune inquadrature Godzilla risulta addirittura tenero, un povero cucciolo spossato dalle lunghe ore di gioco, cui è giusto concedere un riposino. Il tutto per una creatura la cui sola apparizione dovrebbe incutere terrore ed evocare morte e devastazione.

Rimangono gli effetti speciali e la spettacolarità di alcune scene (il lancio dei paracadutisti su tutte), che non bastano però a ripagare lo spettatore per una trama così insulsa e, soprattutto, per l’inganno perpetuato con il trailer, raramente utilizzato in maniera così smaccatamente manipolatrice, con alcune immagini, come quella della Statua della Libertà distrutta, che non compaiono nemmeno nel film, dato che tutta l’azione si svolge sull’Oceano Pacifico e di New York manco si vede l'ombra.

Godzilla è un film inutile e dimenticabile che, pur riuscendo a fare nettamente meglio del suo predecessore americano, è del tutto incapace di creare quella tensione narrativa e quella sensazione di catastrofe incombente che un disaster movie  dovrebbe generare nello spettatore.

* 1/2

Pier

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