venerdì 8 marzo 2013

Spring Breakers

La corruzione del sogno americano



Quattro amiche che frequentano il college nel Midwest decidono di recarsi a Miami per festeggiare lo spring break, la pausa universitaria di primavera. Dopo aver compiuto una rapina per procurarsi il denaro necessario, le ragazze si gettano in un turbinio di sesso, alcool e droga, e finiscono in manette. A pagare la cauzione per loro ci pensa Alien, dj-gangster dai denti dorati che inizia le tre di loro che accettano di restare alle gioie della vita da malviventi e avvia con loro una relazione a base di sesso e rapine.

Il maestro del cinema indipendente statunitense, Harmony Korine, torna alla regia con un film in apparenza superficiale, fatto di eccessi, esibizione di corpi femminili e droghe. Dietro l'apparente patinatura si cela però la desolazione degli Stati Uniti d'oggi, un paese ipocrita e fintamente perbenista, in cui la morale funziona a tempo e viene totalmente abbandonata durante delle settimane di puro delirio collettivo, sul modello del saturnale latino. La società dipinta da Korine è una società superficiale, fatta di convenzioni false e segretamente detestate, che tutti vorrebbero abbandonare senza però trovare il coraggio di farlo. Nel regno dell'apparenza diventa quindi fondamentale dimostrare a se stessi di essere vivi, di essere ancora in grado di trasgredire, di provare emozioni e pulsioni, fosse anche per una sola settimana.

Tutto è in vendita, droga, corpi, e persino le anime: ciò che conta sono il potere e il denaro, tutto il resto si può comprare. Korine usa la storia di quattro ragazze in cerca di trasgressione per raccontare la rovina e la corruzione del sogno americano, dove i nuovi imprenditori sono i malviventi, i boss del crimine. Alien, lo spacciatore magistralmente interpretato da James Franco, rappresenta per gli Stati Uniti d'oggi quello che Charles Kane rappresentava negli anni '40, il self-made man che gestisce i suoi affari con spietata decisione.

Korine realizza un film psichedelico ma terribilmente realistico e attuale. Sorretto da una fotografia e da un montaggio magistrali, il film corre a duecento all'ora verso la conclusione, in un'ispirata commistione di momenti comici, commoventi, drammatici e d'azione. Nulla è lasciato al caso, e tutto, dalla sceneggiatura alla colonna sonora (perfetta), concorre a trasmettere il ritratto di un'America disperata, in cui gli ideali sono corrotti e i nuovi idoli sono fatti di fango e macerie, corrotti e corruttori di una gioventù che non ha più alcuna prospettiva. I sogni sono finiti, degradati a illusioni effimere e temporanee, che durano il tempo di una notte, la durata di una dose di cocaina.
Il momento in cui le protagoniste si uniscono a James Franco nel cantare "Everytime" (non a caso, una canzone di Britney Spears) è un capolavoro assoluto, il momento più comico e allo stesso più drammatico del film, in cui si celebra la frenesia di vivere e la fine di ogni sogno e di ogni illusione.

Korine realizza magistralmente un film all'apparenza leggero, ma in realtà profondo e complesso, un pugno allo stomaco che schiferà i moralisti ma che non potrà non far riflettere chi si interroga sulla morale e sui costumi dei nostri giorni. Da vedere.

****1/2

Pier


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