martedì 28 giugno 2011

Cars 2

Quando il motore brucia l'anima



Saetta McQueen, dopo aver vinto l'ennesima Piston Cup, decide di concedersi un periodo di riposo con i suoi amici di Radiator Springs. Cambia però idea quando un ex magnate del petrolio decide di creare un campionato automobilistico in tre gare, cui parteciperanno le auto più veloci del mondo, al fine di sponsorizzare il suo nuovo carburante ecologico. Saetta decide di portare per la prima volta con sè Cricchetto, che rimane però coinvolto suo malgrado in un intrigo spionistico internazionale.

Le ragioni per realizzare un sequel di uno dei film di minor successo mai prodotti dalla Pixar si possono riassumere in una parola: merchandising. Cars ha incassato qualcosa come 2 miliardi di dollari tra gadget vari ed eventuali, e la Disney premeva fortemente per un secondo capitolo.
Lasseter è tornato così alla regia, realizzando un film divertente e movimentato, che si ispira ai classici dello spionaggio senza però imitarli, ma affrontando il genere in modo nuovo e innovativo. I gadget sono ben congegnati, gli agenti segreti azzeccati, il complotto dei malvagi è credibile e ricco di colpi di scena.

I punti di forza del film sono indubbiamente ritmo e personaggi, sia vecchi che nuovi, in grado di dare un'iniezione di simpatia a qualunque situazione. Le scene di azione sono di eccellente fattura e creano suspence e tensione.
Quello che però manca sono la profondità e la magia che solitamente caratterizzano i film Pixar. Il film è divertente ma freddo, senza poesia, senza quell'approfondimento dei personaggi e dei temi universali che hanno fatto grandi i precedenti film della casa californiana.

Il film è ben confenzionato, ma mancano sequenze memorabili, spunti di riflessione, differenti piani di lettura. Siamo di fronte a un film di intrattenimento "qualunque", con una trama disordinata tenuta insieme da una serie di gag e di invenzioni più o meno riuscite.

Ci si diverte, certo. Ma la Pixar ci aveva abituato a ben altre emozioni.

**


Pier

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