domenica 8 novembre 2009

Rivediamoli - L'uomo che uccise Liberty Valance

Il Western al crepuscolo


E' la storia di Ransom Stoddard, interpretato da un grandissimo James Stewart, senatore di Stato a cui si deve grande riconoscenza per aver ucciso il bandito Liberty Valance. In realtà non fu lui, ma Tom Doniphon, John Wayne, il quale rinunciò alla notorietà per amore di una donna, centro di un tragico triangolo amoroso.

Uno degli ultimi film di Ford che si colloca in un momento cruciale per il genere; è infatti un momento di riflessione sulla mitologia dei film western e sulla crisi profonda che sta attraversando. Il film è dell'inizio degli anni '60 (1962), periodo nel quale Sergio Leone preparava la sua grande rivoluzione di genere con gli spaghetti-western che sancirono un punto di rottura con il passato. Il nuovo personaggio protagonista, infatti, non figura più come eroe impeccabile, ma piuttosto come antieroe, personaggio senza scrupoli, crudo e complesso.

Inutile cedere a facili elogi per un film di assoluta perfezione, dalla struttura narrativa basata sui flashback, all'interpretazione stoica dei due protagonisti, alla sceneggiatura che registra, forse, la battuta western più celebre di sempre("Qui siamo nel West, dove se la leggenda diventa realtà, vince la leggenda"). I punti che mi piacerebbe sottolineare di questo film, e che mi spingono a consigliarlo, sono due: per prima cosa i toni crepuscolari e malinconici di cui il film è permeato. In particolare le figure di Wayne e Valance, cowboy tradizionali usciti dai film fordiani degli anni '30, si trovano a combattere non solo fra loro, ma con quei valori provenienti dal crescente sviluppo dell'Est, incarnati nella figura di Stewart. Wayne è valoroso, eroico, solitario, e rappresenta l'americano-fondatore, Stewart è pragmatico, idealista, integerrimo e servitore della comunità, simboli sui quali si basa la moderna storia americana. E' questa dicotomia, rappresentata in modo non banale, ma approfondito e consapevole, che rende il film uno dei western più belli di sempre.

Il secondo punto, che vale la pena sottolineare, è il fatto che l'intero film è praticamente girato all'interno delle pareti di una cucina e di un ristorante; la capacità di Ford di sfornare un western da camera di questo livello è spiazzante e nel contempo da la certezza allo spettatore di trovarsi di fronte al più grande regista western mai esistito.

Alessandro

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